sabato 20 ottobre 2007

La crisi in Birmania.Questo filmato mostra la repressione violenta delle proteste di piazza da parte del regime.



Una finestra sulla realtà della dittatura in un paese in via di sviluppo.

W. Bush intende chiedere a Cina e India di fare piu' pressioni sulla giunta militare birmana. Bush ha in programma l'annuncio di nuove sanzioni nei confronti del regime birmano accusato di reprimere la liberta' di espressione e di religione nel paese.

Le proteste di Rangoon hanno monopolizzato l’attenzione pubblica mondiale . La Birmania non era sotto i riflettori dalla dura repressione del 1988 che terminò con una pseudoapertura da parte dei militari che concessero elezioni libere anche se non seguite da effettivo insediamento da parte della fazione vincitrice. In questi anni la rete di oppositori al regime si è consolidata sia all’interno che all’estero, e si è anche fatta sentire, ma è stata la partecipazione dei monaci buddisti a porre in primo piano la rivolta in Birmania. Scesi in piazza per proteggere la gente dai militari e favorire una riconciliazione nazionale. Il loro intervento ha fatto si che il regime li perseguitasse come oppositori.


I birmani hanno fiducia nell’intervento della comunità internazionale. Per quanto riguarda le sanzioni, una parte dell’opposizione pensa sia utile il blocco del turismo, mentre altri ritengono che questo sarebbero dannoso per i civili. Le sanzioni internazionali, verrebbero accettate solo dirette a colpire il regime.

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